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25 Novembre: Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne


Il 25 Novembre è la giornata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite contro la violenza sulle donne. I numeri, per quanto riguarda il femminicidio, sono impressionanti: da Gennaio 2023 ad Oggi, nel nostro paese, sono state uccise 106 donne.

Il femminicidio è la forma più estrema di aggressività, ma esistono molti modi di esercitare Violenza sulle donne:
esercitando un controllo ossessivo;
– colpevolizzando la vittima;
– praticando stalking;
– minacce ed intimidazioni;
isolamento sociale;
dipendenza economica;
violenza sessuale.

Queste sono tutte forme di una veemenza sociale dettata da una sovrastruttura ideologica di tipo patriarcale che prevede la sottomissione della donna, quasi fosse una proprietà, arrivando ad annientarne l’identità. Il frutto di tale struttura è un comportamento maschilista che esercita sulla donna un forte controllo, circoscrivendone libertà di movimento, di pensiero e amicizie con il solo scopo di portarla all’isolamento sociale.
Purtroppo questo tipo di società maschilista è annidata in profondità nella nostra cultura rendendoci faticoso sbarazzarcene.
Con tanto impegno da parte delle nuove generazioni, però, sarà possibile crescere figli che diventeranno la chiave per cambiare la cultura con la quale siamo cresciuti, svecchiando alcuni meccanismi che prevedono ancora la donna in casa ad accudire figli e marito, mentre l’uomo alla carriera lavorativa per garantire il sostentamento economico della famiglia.
Una simile prospettiva può essere considerata una forma di violenza, perché può portare la donna a sviluppare un’incapacità di cambiare la propria vita, incrementandone apatia e depressione, rendendola incapace di reagire, valutando, nei casi più gravi, l’idea del suicidio come unica via di fuga.
Oltre a scontrarci per cambiare questa tipologia strutturale dobbiamo lottare per inasprire le pene per chi commette reati di violenza sulle donne, cercando di arginarli ben prima che sfocino nel femminicidio. Se ci pensiamo, anche la difficoltà nell’ottenerlo è un sintomo di questa forma mentis.

Infine le donne devono trovare la forza di denunciare e di chiamare il numero verde dedicato “1522” alle vittime di violenza.
Però, purtroppo non è sempre facile per una vittima di violenze distaccarsi dal carnefice. Infatti, spesso, si instaura un vero e proprio legame sia di terrore e paura, sia di dipendenza affettiva.
E’ proprio per questo motivo che nei Centri anti-violenza si attuano percorsi di recupero che portano la vittima a cercare di uscire dalla spirale di violenza subita, arrivando allo scopo di denunciare il vessatore. Ci possono volere anche molti anni e il danneggiamento sul piano fisico e psichico diventa pesante, in quanto possono svilupparsi conseguenze come:
– Depressione;
– Rabbia ed irritabilità;
– Fobie e attacchi di panico;
– Disturbi del sonno e della memoria;
– Scarsa autostima;
– Disturbi dell’alimentazione;

– Disperazione e una visione negativa del futuro;   
 Comportamenti autolesionisti.

Nel caso in cui ti riconosca in una situazione analoga o ti identifichi in un comportamento simile chiedi aiuto, oppure valuta la possibilità di parlarne con uno specialista.
Il nostro centro è dotato di psicologi che possono ascoltarti ed aiutarti ad uscire da una situazione dalla quale ti sembra difficile uscirne.

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